I colori del paesaggio gravinese riprese con drone di Francesco Marcello Sette - Corriere di Puglia e Lucania

2022-06-25 13:45:39 By : Mr. ShuLin Qiu

Prof.ssa Marisa D’Agostino M° Francesco Marcello Sette

Un viaggio tra l’iconografia più rappresentativa del territorio murgiano e le emozionanti riprese  a volo d’uccello realizzate col drone di Francesco Marcello Sette, docente di musica a Matera e percussionista collaboratore con le maggiori orchestre nazionali. 

La passione per questo nuovo strumento di riprese filmiche lo sta portando ad esplorare nuovi linguaggi della comunicazione.

La sala convegni del Museo civico archeologico di Gravina in Puglia  nell’ambito della Giornata Nazionale del Paesaggio ha ospitato dal 14 al 20 marzo 2022 la mostra fotografica “I colori del paesaggio Gravinese – Sguardi aperti su bellezza e identità”.

Venerdì 18 marzo la prof.ssa Marisa D’Agostino, Presidente dell’Associazione Amici della Fondazione, ha tenuto un incontro culturale a cui hanno partecipato l’ing. Onofrio Tragni; l’arch. Michele Mastrodonato; l’arch. Egidio Buonamassa, tutti dell’ufficio tecnico di Gravina, e il dott. Giuseppe Loviglio, Presidente Cooperativa Laetitia.

Gli interventi sono stati seguiti da un pubblico numeroso ed attento.

La prof.ssa Laura Grassini del Politecnico di Bari, per sopraggiunti impegni personali, si è fatta  sostituire egregiamente da due sue collaboratrici: la dott.ssa Giulia Motta Zanin di Bolzano trapiantata a Bari; e dall’arch. Antonella Marlene-Milano, pugliese, con una vasta esperienza fatta in Spagna; entrambe ricercatrici presso il Politecnico di Bari.

La prof.ssa Marisa D’Agostino, nota studiosa e storica del territorio, organizzatrice della mostra, ha tenuto ad illustrare agli astanti le immagini rappresentanti le masserie, le fornaci di calce, le cave di pietra, i muretti a secco, le capanne di pietra e  le chiese rupestri presenti lungo i costoni della Gravina, nonché la zona archeologica di Padre Eterno. Siti tutti pieni di fascino e di bellezze artistiche.

Ha poi introdotto il tema dei tratturi di Melfi-Castellaneta, del Garagnone e della rete dei tratturelli; insomma un  incredibile reticolo viario  lungo il quale   avveniva la transumanza, ovvero lo spostamento delle greggi dai monti dell’Abruzzo e del Molise per giungere sul Tavoliere pugliese.

In questo contesto hanno preso la parola le due ricercatrici del Politecnico di Bari la dott.ssa Giulia Motta Zaninin e l’arch. Antonella Marlene-Milano che  portano avanti un progetto su  iniziativa della Regione Puglia, unitamente alle Università di Bari e Foggia, con lo scopo di valorizzare i tratturi pugliesi.

 Sperone roccioso del Garagnone; foto Francesco Marcello Sette

I tratturi sono oggi considerati patrimonio dell’Unesco; questi in passato raggiungevano la larghezza di 60 passi ovvero  erano larghi 111 metri , vale a dire erano delle vere autostrade rurali; purtroppo  nel tempo sono stati ridimensionati per effetto dello  spostamento dei picchetti fatto dai  proprietari confinanti, da cui sorgevano liti tra la Dogana di Foggia, i Comuni e i proprietari.

I tratturi hanno perso la loro fisionomia originaria. Questi attraversavano quasi tutti i territori delle 5 province pugliesi partendo dal Gargano fino ad arrivare sulla Murgia barese ed oltre.

L’obiettivo oggi è di  promuovere la riqualificazione e la fruizione con un uso polifunzionale di un turismo lento, partendo dall’Abruzzo, attraversando il Molise, la Campania, la  Basilicata,  fino a giungere in Puglia.

Questa rete viaria vuole  essere intesa come  un punto di forza per la valorizzazione del patrimonio regionale che ha  un reticolo  particolarmente esteso, specialmente nel foggiano, fino a lambire il sud della Puglia.

Il progetto realizzato dal M° Francesco Marcello Sette, “Paesaggi infiniti”,  pilota di droni, professionista, video maker, docente e musicista percussionista, ha proiettato il pubblico in una dimensione surreale. Lavoro inedito, presentato per la prima volta in questa circostanza, grazie  anche alla collaborazione fotografica e supervisione  di Gino Fiore e Vincenzo Tota.

Molto significativa   la collaborazione artistica della  prof.ssa Marisa D’Agostino; il titolo dell’opera: Paesaggi infiniti; è un inno alle bellezze antropologiche, artistiche e paesaggistiche di Gravina in Puglia e del territorio murgiano.

Immagini mozzafiato accompagnate da un ritmo musicale a percussioni che  genera una  forte  emozione: vedere  gli speroni rocciosi del Garagnone e del suo castello, i costoni della Gravina e del suo torrente, la cattedrale, l’altopiano  murgiano e tanti altri siti  archeologici a volo d’uccello, sono rappresentazioni che comunicano l’amore per il territorio.

Gravina ha tesori inestimabili che meritano di essere valorizzati. Matera-Gravina e Altamura messi in rete insieme sviluppano potenti attrattori turistici.

Ci sono enormi potenzialità. Si tratta di fare squadra, senza personalismi. Le scuole potrebbero essere piste di decollo per  far amare tutto il territorio murgiano delle tre città. I video di F.M. Sette sarebbero un ottimo volano per i dirigenti scolastici.

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